Giosue' Miraglia

La depressione: sintomi e cause

Tutti noi ogni tanto ci sentiamo tristi, lunatici o con il morale completamente a terra. Solitamente capita quando abbiamo qualche problema a lavoro, con il partner o in famiglia. In ogni caso, queste emozioni durano per un breve periodo di tempo. Alcune persone però provano queste sensazioni in modo intenso, per lunghi periodi (settimane, mesi o persino anni) e spesso senza una ragione apparente. Tutto ciò viene definito con una sola parola: depressione. Quest’ultima è più di un semplice umore: è una condizione grave che colpisce la salute fisica e mentale, influendo sul modo di sentirsi, di pensare e di agire di un individuo. Si perde l’interesse per le attività che una volta si ritenevano fondamentali per il proprio benessere, si preferisce passare il tempo in solitudine, e si riduce inoltre la capacità di una persona di svolgere il proprio compito al lavoro e in casa. Sebbene ci siano state molte ricerche in quest’area, c’è ancora molto che non sappiamo. La depressione non è solo il risultato di uno “squilibrio chimico”, ad esempio perché si ha una quantità eccessiva o insufficiente di una particolare sostanza chimica del cervello. È complicato e ci sono molteplici cause di depressione maggiore. Diversi fattori possono avere un ruolo in questa: -Eventi traumatici o stressanti -Parenti con una storia di depressione, disturbo bipolare, alcolismo o suicidio -Essere lesbiche, gay, bisessuali o transgender, o avere variazioni nello sviluppo degli organi genitali che non sono chiaramente maschili o femminili (intersessuali) in una situazione non supportata -Storia di altri disturbi di salute mentale, come disturbo d’ansia, disturbi alimentari o disturbo da stress post-traumatico -Abuso di alcol o droghe ricreative -Malattie gravi o croniche, inclusi cancro, ictus, dolore cronico o malattie cardiache -Alcuni farmaci, come quelli per la pressione alta o i sonniferi -Le differenze in alcune sostanze chimiche nel cervello possono contribuire ai sintomi della depressione -Le persone con bassa autostima, che sono facilmente sopraffatte dallo stress o che sono generalmente pessimiste, sembrano avere maggiori probabilità di sperimentarla -La continua esposizione alla violenza, l’abbandono, l’abuso o la povertà possono rendere alcune persone più vulnerabili In ogni caso, la depressione è tra i più curabili dei disturbi mentali. Tra l’80% e il 90% delle persone depresse alla fine risponde bene al trattamento a cui si sottopone. Quasi tutti i pazienti ottengono un certo sollievo dai loro sintomi, che si verificano per la maggior parte della giornata, quasi ogni giorno. Questi ultimi possono variare da lievi a gravi e possono includere: Sensazione di tristezza, o avere uno stato d’animo depresso Scatti d’ira, irritabilità o frustrazione, anche su questioni di poca importanza Perdita di interesse o piacere nelle attività una volta godute Ridotto appetito e perdita di peso o aumento dell’appetito e aumento di peso Ansia, agitazione o irrequietezza Disturbi del sonno, compresa l’insonnia o dormire troppo Perdita di energia o aumento della fatica Sensazione di inutilità o colpevolezza Difficoltà a pensare, concentrarsi, prendere decisioni e ricordare le cose Pensieri frequenti di morte o suicidio Problemi fisici inspiegabili, come mal di schiena o mal di testa (I sintomi devono durare almeno due settimane per una diagnosi) La depressione colpisce circa 1 adulto su 15 (6,7%) in un anno. Invece, 1 persona su 6 (16,6%) avrà a che fare con la depressione in qualche momento della propria vita. Infatti, può colpire in qualsiasi momento, ma in media compare per la prima volta alla fine dell’adolescenza (a circa 20 anni). Le donne sono più propense degli uomini a sperimentare la depressione. Alcuni studi dimostrano che un terzo delle donne sperimenterà un episodio depressivo maggiore nella loro vita. Come abbiamo detto in precedenza, questo disturbo è diverso dalla tristezza. Ma lo è anche dal dolore o lutto. La morte di una persona cara, la perdita di un lavoro o la fine di una relazione sono esperienze difficili per una persona da sopportare. È normale che si sviluppino sentimenti di tristezza o dolore in risposta a tali situazioni. Coloro che sperimentano la perdita spesso vengono definiti (o si definiscono loro stessi) come “depressi”. Ma essere tristi non è come avere la depressione. Il processo di lutto è naturale e unico per ogni individuo e condivide alcune delle stesse caratteristiche della depressione. Sia il lutto che la depressione possono comportare un’intensa tristezza e il ritiro dalle normali attività. Sono anche diversi in modi importanti: Nel dolore, i sentimenti dolorosi arrivano a ondate, spesso mescolati a ricordi positivi del defunto. Nella maggiore depressione, umore e/o interesse sono diminuiti per la maggior parte delle due settimane. Nel dolore, l’autostima è generalmente mantenuta. Nella depressione, i sentimenti di inutilità e disgusto di sé sono comuni. Per alcune persone, le esperienze che abbiamo elencato prima (morte di una persona cara, la perdita del lavoro o essere vittima di un attacco fisico o di un grave disastro) possono comunque portarle alla depressione. Quando il dolore e la depressione coesistono, il primo è più grave e dura più a lungo rispetto al dolore senza la depressione. Nonostante qualche sovrapposizione tra dolore e depressione, abbiamo capito che sono diversi. Distinguerli tra di loro può aiutare le persone a ottenere l’aiuto, il supporto o il trattamento di cui hanno bisogno. La depressione può colpire chiunque, persino una persona che sembra vivere in circostanze relativamente ideali.   Non esiste un modo sicuro per prevenirla. Tuttavia, i consigli seguenti potrebbero essere utili in modo da bloccarla al principio. -Adottare misure per controllare lo stress, aumentare la capacità di recupero e l’autostima. -Rivolgersi a parenti e amici, specialmente in tempi di crisi, in modo che possano aiutare a superare periodi di difficoltà. -Ottenere il trattamento al primo segnale di un problema per aiutare a prevenire la depressione dal peggioramento. -Prendere in considerazione un trattamento di mantenimento a lungo termine per aiutare a prevenire una ricaduta dei sintomi.   La maggior parte degli antidepressivi moderni ha un effetto sui trasmettitori chimici del cervello (serotonina e noradrenalina), che trasmettono messaggi tra le cellule cerebrali – si pensa che questo sia il modo in cui i farmaci agiscono per una depressione

Ansia e attacchi di panico: cosa sono

Quando pensiamo, ripensiamo e ripensiamo, siamo in balìa del cosiddetto “rimurginio”: un pensiero permanente che si forma nella nostra mente. Questo pensare continuo porta dei danni fisici come il mal di testa, la tensione muscolare, l’insonnia e l’ansia stessa. Quando arriva l’ansia sentiamo in noi un forte senso di inquietudine, di angoscia, di qualcosa di non risolto. Iniziamo a stare in allerta senza un motivo ben definito. Tendiamo ad ingigantire la situazione, a pensare al peggio, alla catastrofe che potrebbe accadere. Purtroppo una forte ansia può portare a quelli che vengono chiamati “attacchi di panico”, che raggiungono il loro picco in pochi minuti. I sintomi più comuni sono: palpitazioni, battito cardiaco accelerato, sudorazione, tremolio, sensazioni di mancanza di respiro o soffocamento, dolore al petto. Gli attacchi di panico sono estremamente sgradevoli e possono essere molto spaventosi. Di conseguenza, le persone che hanno provato quella sensazione, si preoccupano spesso di doverla provare di nuovo. Infatti, un gran numero di persone evita, del tutto o in parte, i luoghi, le situazioni e i contesti in cui ha avuto un attacco di panico. Così facendo però, riducono soltanto il loro spazio vitale e, al contrario, la loro paura continuerà ad aumentare. Bisogna rompere il rapporto tra attacco di panico e luoghi/situazioni/contesti temuti. Una cosa da fare è cercare di creare una visione più realistica della situazione e di esporsi a quel determinato luogo o a quel contesto in maniera graduale.