In un sobborgo di Kiev, durante la dittatura comunista, vive un bambino con i genitori e la nonna. La situazione economica è grave: manca l’acqua corrente e il cibo è poco. Decidono di emigrare negli Usa, mentre il padre rimane a Kiev per lavorare.
In California, vivono in un misero bilocale e per mangiare trovano una mensa per i senzatetto. Il ragazzino trova lavoro in un supermercato.
Con i soldi che guadagna compra un volo per rivedere finalmente suo padre, ma riceve una chiamata improvvisa: il padre è morto.
La notizia lo devasta, rischia di cadere in depressione: “CHE SCHIFO LA MIA VITA, MI VA TUTTO STORTO!”
Ma c’è un fuoco che arde dentro di lui. Vuole riscattare una vita disgraziata. Non ha senso piangersi addosso per il resto dei giorni.
Da autodidatta legge manuali di informatica e impara a programmare. Riesce a farsi assumere da Yahoo, grazie al suo amico Brian Acton. Dopo alcuni anni i due amici provano ad entrare in Facebook ma vengono immediatamente scartati.
Dopo aver comprato un iPhone, il ragazzo osserva l’App Store e capisce che il mercato delle applicazioni è il futuro. Deve solo trovare l’idea giusta. Con l’aiuto del solito amico Brian, crea un’applicazione. “Carina l’app, ma riuscirete a farci QUALCHE DOLLARO?”, gli chiedono spesso amici e conoscenti.
”NE FAREMO MILIONI”.
Si sbagliavano, ne faranno MILIARDI.
La storia è cambiata, questa volta è Mark Zuckerberg a bussare alla loro porta. Vuole comprare la loro App e mette sul tavolo 19 miliardi di bigliettoni verdi. Affare fatto.
Jan Koum non aveva nulla nella sua vita, neanche l’acqua in casa. Ma non si è mai arreso al suo destino, ha lottato. Oggi ha un patrimonio di circa 10 miliardi di dollari.
Ogni giorno, oltre un miliardo di persone nel mondo utilizza la sua app: “WHATSAPP”.